Santa Lucia Filippini.
Nata a Corneto il 13 gennaio 1672 da una famiglia nobile da parte della madre, agiata e onesta da parte del padre, è l’ultima di cinque figli; troppo presto orfana, va ad abitare nella casa degli zii materni. Una spiccata intelligenza e un cuore aperto alla preghiera la rendono capace, già verso l’età di dieci anni, di spiegare le verità della fede alle coetanee.
Quando il Barbarigo si reca a Corneto per la visita pastorale nei primi mesi del 1688, la trova catechista in parrocchia, ormai sedicenne; ne percepisce le capacità e la invita a recarsi come educanda a Montefiascone, presso il Monastero del Divino Amore.
Vive intensamente quegli anni di formazione; anima contemplativa, forse pensa di rimanere per sempre nel convento, quando di nuovo la voce del Barbarigo la chiama e le chiede di dedicarsi alle scuole per le fanciulle del popolo. Portata a condividere e a lenire le necessità umane, risponde di sì, anche perché sa che la volontà di Dio passa attraverso gli avvenimenti quotidiani.
La Cripta di Santa Lucia Filippini
Chi oggi la vuole vedere può recarsi nella cripta della basilica di S. Margherita a Montefiascone. Il suo corpo, rimasto incorrotto per un processo naturale, si trova sotto l’altare dentro un’urna d’argento e di cristallo e i fedeli si avvicinano a lei per chiedere protezione, grazie, miracoli; infatti dal 1930 il suo nome è scritto nell’albo dei santi.
Appare esile e minuta, tanto da far porre la domanda sul come abbia fatto ad andare nei paesi della diocesi, spesso a piedi e in tutte le stagioni, e a camminare per le strade inalberando un grande Crocifisso. Ci si chiede come abbia potuto reggere alla fatica di giornate intere di scuola. Sì, perché la scuola è quella che si suol dire a tempo pieno e la giornata è lunga, sia per le alunne che per le maestre; ma un segreto ci deve essere se i genitori vogliono che i figli partecipino alle lezioni e se la frequenza è numerosa.
Forse è necessario tornare a guardare il suo volto, su cui una retina a piccole maglie d’argento modella lineamenti sereni, davanti al quale si fermano affascinati anche i bambini. Dicono gli studiosi, utilizzando i pochi documenti che sono rimasti, tra i quali la prima biografia, stampata l’anno stesso della sua morte e a carattere più agiografico che scientifico, che la nota caratteristica di Lucia sia stata una mite dolcezza.
In parte fu dono di natura, accresciuto dal fatto che ella crebbe in un ambiente carico di amore, nonostante, come già ricordato, il bussare precoce della morte nella sua casa, quando a undici mesi aveva perso la mamma e a sette anni il padre; ma la sua anima si era rivolta in particolare a Dio, al quale aveva indirizzato i sentimenti più profondi.
Nella sua tenerezza Lucia ora sa ciò che vuole, lo chiede senza atteggiamenti severi, pronta a spiegare e a convincere piuttosto che a imporre, e la scuola le offre la possibilità di esprimere tutte le energie in tal senso.
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Dalla lettura delle opere e delle monografie dei tanti che si sono dedicati ad approfondire la vita e le opere di Lucia, risultano le note caratteristiche della sua scuola e della sua catechesi, svolte in un servizio appassionato alla Chiesa, intesa come istituzione divina e come luogo in cui le persone si formano alla santità:
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Presentare la personalità di Lucia significa soffermarsi su questi aspetti di vita nei quali si incarna, divenendo lei stessa catechesi, annuncio, messaggio. Di conseguenza ci si può rifare liberamente ad alcune idee espresse nel regolamento del citato Mazzinelli, per vederla agire.
Ha tanto di forza e di virtù la buona educazione, che da essa singolarmente dipende il cristiano costume e la santa vita.
La felicità delle famiglie cristiane dipende molto dalle madri che, essendo più affettuose, sono più amate dai figli… più alla madre che al padre sarà di confusione e vergogna un figlio cattivo o una figlia di facili costumi.
Le Maestre devono riflettere che alla loro pietà, vigilanza ed affetto sono affidate piccole fanciulle, in età molto bisognosa di assistenza. Si considerino depositarie e tutrici di tenere e innocenti figliole, alle quali devono ispirare l’intelligenza e l’osservanza della Divina Legge.